Senza rifletterci minimamente, d’impulso, mi sono chiesta cosa mi mancasse della mia precedente vita e cosa no. Ne è venuto fuori un quadretto interessante. In questo periodo di ristrettezza non mi mancano le cose che prima mi rendevano felice, come le cene fuori da sola con Renni o i momenti tutti per me, sento invece un bisogno fortissimo di normalità.
Mi manca andare da mia madre ogni lunedì pomeriggio a prendere le verdure fresche che compra per me al mercatino bio.
Mi manca guidare dal mio ufficio fino all’asilo di Vittoria (e anche tornando poi verso casa) parlando al telefono con Renni raccontandoci la nostra giornata lavorativa.
Mi manca vedere il mare ogni singola mattina quando parcheggio l’auto e postarlo nelle stories perché so che posso migliorare la giornata di qualcuno.
Mi manca far colazione fuori il sabato con Renni dopo aver portato Vittoria a scuola.
Mi manca pranzare il sabato al ristorante di mio padre.
Mi manca pranzare la domenica a casa da mia madre.
Mi mancano le serate di sole donne con le mie amiche.
Mi manca andare da “acqua e sapone”.
Mi mancano le reunion casuali, senza mettersi d’accordo, con gli amici nei nostri posti del cuore.
Ci sono tantissime altre cose che invece non mi mancano affatto e si io so che ne verrò fuori cambiata, migliorata se vogliamo. Avevo perso di vista certi aspetti della mia vita, trascurando persone e momenti per dedicare tanto (tantissimo) tempo a me stessa, alla MIA dieta, al MIO allenamento, al MIO obiettivo. Non c’è nulla di male non voler raggiungere un traguardo, solo nel mio caso specifico mi sono chiesta: a quale prezzo?
Ho trovato risposta.
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