Quanto l’ho desiderato…

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Ogni tanto mi capita di pensare a qualcosa che in passato, durante la mia infanzia ma soprattutto adolescenza, ho desiderato così tanto da star male.

Gli anni in cui tutto ti sembra dovuto, quelli in cui tu credi di essere il sole e tutti gli altri zitti e muti come piccoli pianeti dovrebbero girarti intorno, il periodo della vita migliore e peggiore al tempo stesso. 

Durante la mia infanzia ho desiderato ardentemente solamente due cose che non ho mai avuto: Baby Mia e Barbie Hollywood Hair. Il vuoto lasciato da Baby Mia è stato colmato da una bambola chiamata Baby Viva, apparentemente un fake ma in realtà una specie di AI che imparava parole nuove ogni giorno e cresceva (nei modi di fare) con lo scorrere del tempo. INQUIETANTE DA MORIRE. Barbie Hollywood Hair invece è ancora nei miei pensieri, se riuscissi a trovarla la comprerei oggi stesso.

L’adolescenza invece è stata un po’ più problematica sotto questo aspetto (e anche sotto tutti gli altri). Vivevo per la moda, volevo indossare l’ultimo modello di scarpe, jeans, t-shirt, avere il giusto taglio di capelli (maledetta Natalie Imbruglia) ed essere assolutamente al passo con i tempi. Tre sono i must have che hanno segnato la mia adolescenza:

1- jeans Miss Sixty (vita bassa, cerniera e niente bottoni)

2- jeans Pit-Stop (praticamente identici ai precedenti, si differivano solo per il lavaggio che presentava delle sottili striature)

3- sneakers Fornarina 

Queste tre cose, secondo me, rappresentavano un passe-partout per vita amorosa, relazioni interpersonali e posizionamento sulla scala sociale. Naturalmente era una minchiata bella e buona, ma all’epoca non potevo saperlo.

Tra paghette risparmiate, tenacia, regali di compleanno e la pena che evidentemente suscitavo in quei poveri cristi dei miei genitori, sono riuscita a ottenere entrambi i jeans e anche le scarpe, sentendo la potenza crescere dentro me.

La mia vita da quel giorno non è cambiata di una virgola, ma a quel punto almeno non potevo imputare a nessuno la colpa di mancate amicizie o fidanzamenti fallimentari. 

Ancora oggi questi capi d’abbigliamento ai miei occhi risultano desiderabili, sarà questo prepotente ritorno della moda Y2K (bleah), sarà perché le sneakers Platform le utilizzo ancora o, probabilmente, perché ho legato un sentimentale ricordo prezioso di momenti felici a quei jeans e a quelle scarpe, con la convinzione inconscia che certe giornate siano state perfette grazie a quello che indossavo e non a quello che ero e alle persone che mi circondavano. 

Dovremmo stamparci bene in mente che dentro di noi c’è molto di più che una bella borsa o un paio di sneakers alla moda… vedrò di ricordarmene la prossima volta che entrerò su Vestiaire.

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