La verità sulla gravidanza | ma anche no

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Giunta ormai alle soglie del nono mese penso di poter, serenamente e con una certa sicurezza, rivelare una grandissima realtà: non esiste nessuna “verità assoluta” riguardo la gravidanza. Ogni gestazione è unica perchè ogni persona lo è. Per ogni amica che ha deciso di non guidare la macchina al 5º mese, ce n’è una che al 9º ancora sfrecciava in autostrada. Per ogni donna che ha scelto di indossare la panciera, ce n’è una che usciva in croptop e leggings. Se due non bevevano altro che acqua, altre 3 si concedevano persino un mojito una volta tanto. Siamo tutte diverse e così sono anche le nostre gravidanze e lo saranno, immagino, le nostre maternità. Non occorre puntare il dito o giudicare con “noooo non devi fare questo, fai invece quello come ho fatto io”.

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Personalmente ho vissuto una gravidanza molto serena, tra viaggi, vacanze, mare, sole e lavoro dall’ufficio e poi da casa. Tutto iniziò con un test e un gratta e vinci certi che almeno uno avrebbe dato esito positivo, non siamo diventati miliardari ma in questi mesi ci siamo divertiti molto. Avanti così fino al 7º mese. Con l’arrivo dell’8º invece un disastro: stomaco completamente chiuso (con mezzo panino sto già male), piedi e caviglie talmente grandi da poter essere serviti con lenticchie come augurio di buon anno, mani doloranti a causa (sembrerebbe) del tunnel carpale.
Ma scoraggiarsi è inutile! Anche perché non vedo alcuna soluzione. Vado avanti sopportando qualche attacco isterico e posizionando abilmente la borsa del ghiaccio sui piedi quando posso. Dormo abbracciando una specie di gigantesco salame di stoffa che ho chiamato Ryan, sveglio mio marito ogni volta che i piedini di Vittoria Luce premono sullo sterno (o comunque da quelle parti) impedendomi di respirare bene e rido quando lei scalcia perché sembra un cavallino imbizzarrito.
Sono felice? Si e tanto.

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Mi sembra di essere già tre in questa casa. Quando io e Renni chiacchieriamo stando molto vicini l’ippopotamo che ho in grembo scalcia da morire, come se volesse partecipare. Proviamo a tranquillizzarla con carillon che diffondono musica classica e il risultato, prevedibile, è che noi due crolliamo esausti mentre lei continua a fare acquagym dentro la mia pancia.
Mi fanno ridere i vestitini che sto lavando e conservando in questi giorni, mi spaventa il parto e temo per i miei capezzoli, ma questa nuova vita mi intriga. Se conosco me e Renni almeno un po’ credo che riusciremo a mettere insieme famiglia, divertimento e vita di coppia, ma far scommesse in proposito è inutile.
Magari tra due mesi scopriremo di essere due pippe incredibili come genitori e piangeremo a turno accovacciati in un angolo della cameretta di Vittoria Luce, mentre lei riderà di noi.

2 Comments

  1. Gilda says:

    Mi hai fatto morire, anche se devo dirtelo: io soffrirei un sacco con lo stomaco chiuso!

  2. Valentina Campisi says:

    Ho riso tanto, mi sono rivista 10 mesi fa e ho pensato al mio parto che è tutto un’avventura. Avevo paura dei miei capezzoli e continuo ad allattarla tuttora, all’inizio siamo tutti delle pippe ed anche abbastanza rincoglioniti, ma poi queste piccole calciatrici fanno si che tutto venga molto naturale e da lì in poi è fatta, perdutamente innamorate,occhiaie a go go, ma veramente felici! In bocca al lupo

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